MICHELE SORRENTI

BIOGRAFIA di MICHELE SORRENTI
Rende (cs) 25.10.1941 - Treviso 02.12.2005

Michele Sorrenti nasce a Rende in provincia di Cosenza il 25.10.1941 da Giuseppe (Rende 6.03.1911 - Treviso 8.07. 1974) e da Ada Imbrogno, (Lappano 06.04.1915-Treviso 8.01.2007).
La famiglia di Ada e 'Peppino', con il matrimonio, avvenuto il 18.10.1936 a Lappano, si stabilisce a Rende, al n. 4 di Via Capizzano, dove il papà, figlio dell'avvocato Beniamino Sorrenti e di Concetta Ciancio-Mascaro, appartenente ad una delle più note e storiche famiglie di Rende, aveva trascorso la sua infanzia e gran parte della sua vita.
Peppino era da tutti benvoluto per l'innata simpatia, la proverbiale bontà e il grandissimo senso di amicizia, nei confronti di tutta la cittadinanza, ma in particolare con la nobile famiglia Magdalone, il barone Marco era suo grandissimo e più che fraterno amico così come i Zagarese, i De Luca, i Principe, in primis l'onorevole Francesco Principe, fin dagli inizi della propria carriera politica , per la stima e l'amicizia che risaliva ai rispettivi genitori Beniamino Sorrenti e Domenico Principe.
Nel 1953 la famiglia si trasferisce nel Veneto, esattamente a Paese, a cinque km dal capoluogo Treviso. Inizialmente si pensa ad una permanenza di pochi anni, considerato l'amore e la grande considerazione per il suo paese natio e il desiderio di poter poi rientrare definitivamente nella propria terra. Ma i programmi, per una serie di fattori, legati allo studio dei figli, alla sistemazione appena trovata, non vanno per il verso atteso, anche se i contatti con la Calabria rimangono intensi e sono tuttora solidissimi e sempre vivi.
La famiglia Sorrenti è composta dal papà Peppino, la mamma Ada e dai fratelli Beniamino, Michele e Francesco (Franco).
Michele sin dall'età di 14 anni è un bravissimo giocatore di calcio, ottima centometrista, 11 secondi netti nei 100 metri piani e partecipa alla staffetta 4x100 con la scuola.
Mentre frequenta le superiori, un giorno, presso il campo scuola del Coni di Treviso, presso una pedana di lancio, dove lui involontariamente assiste agli allenamenti, un suo compagno di scuola, gli dice, come in realtà era, "fatti da parte, sei troppo magro ed esile, questi non sono sport per te".
Ma Michele vive questa frase come un'offesa, con profondo disagio interiore, è un qualcosa che lo tocca e lo disturba dentro . Da quel momento, per una serie di motivazioni interiori, scatta quella grandissima forza di volontà, cocciuta caparbietà che lo rese famoso.
Non esisteranno più, estate, inverni, freddo, neve, ghiaccio, solleone, per 12 mesi all'anno senza interruzione alcuna, non salterà un solo giorno di allenamento, finché sarà in attività.
Comincia ad allenarsi intensamente, inizialmente con rabbia, in seguito con rigore e disciplina, e successivamente prendendo lo sport come un asceta, diventerà uno studioso di attività motorie, di pesistica, di nutrizionismo, di pliometria. di balistica.
Segue nel frattempo, con grande attenzione i sistemi di allenamento dei grandi lanciatori americani. Si costruisce in casa una palestra, con l'attrezzatura per il sollevamento pesi.
Flavio Asta, in tempi recenti, altro notissimo campione di peso e di lancio del disco di quegli anni, aveva superato il record di Meconi con 18,99 e a sua volta venne superato da Michele. Erano amici e rivali sportivi, ma sempre con grande rispetto e stima. Si erano anche allenati insieme. "Michele si allenava in una specie di bunker, utilizzando routine dei treni dismessi e pezzi di rotaie come bilancieri".
Progressivamente, comincia ad aumentare di peso, le masse muscolari tendono ad assumere nuove forme, spessori, con un plastico irrobustimento di tutte le fasce. In quegli anni partecipa alle prime gare con il peso da 5 kg.
Vincendo il campionato Provinciale Studentesco viene subito notato dai vertici federali. Viene convocato a Formia, dove allora aveva sede il campo scuola della Fidai, ovvero la Federazione Italiana di Atletica Leggera. In tale sede inizia la frequentazione con i primi campioni a livello nazionale di atletica, nomi già famosi.
Segue corsi di perfezionamento, ma alla base di tutto ci sarà sempre la sua tenacia, il suo amore sconfinato, continuo e costante per lo sport, inteso come approfondimento e innalzamento delle facoltà fìsiche e intellettive.
Varcare i propri limiti, per mezzo di allenamenti, sempre più pesanti, sempre più specifici.
Ed è tale forza di volontà che gli consentirà di raggiungere traguardi mai realizzati da un calabrese a livello nazionale. Vedi Palmares
Ma quello che preme sottolineare è che questo figlio di un rendese e una lappanese ha dimostrato una forza d'animo e delle capacità che si sono ben innestate su salde radici calabresi, tipiche di gente testarda e generosa, ospitale e capace di grandi slanci affettivi.
La Calabria non può dimenticare un suo figlio che ha scritto pagine gloriose della storia dell'atletica Nazionale. Come non dimenticherà mai i suoi genitori Peppino e Ada, che hanno educato la propria prole a coltivare i sani valori dello sport e della lealtà umana e sportiva.
L'iniziativa del comune di Lappano assume in tal modo un senso a dir poco naturale ed anche didattica Nei confronti di quella parte delle nuove generazioni che volessero emulare le gesta di Michele, The Champion venuto dalla Presila cosentina ad affermarsi e ad affermare una testimonianza di una vita che valeva la pena di esser vissuta.